A un mese dall’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano, l’enologo Raffaele Vecchione propone le sue riflessioni sul presente e sul futuro della Vernaccia, corredate da note di degustazione.

 

In una Toscana rappresentata soprattutto dai rossi, scrive Vecchione, «bisogna rompere gli schemi per produrre dei grandi bianchi e all’occorrenza essere disposti a sacrificare una parte importante di storia e di “si è sempre fatto così” per ergersi a livelli mondiali. (…) Con le ultime due annate imbottigliate 2018 e 2019 la Vernaccia sembra aver trovato l’equilibrio nel compromesso storico-moderno ed alcuni produttori hanno asfaltato la strada per il successo mondiale, ora non resta che percorrerla!».

Per la nostra Vernaccia, punteggi uguali o superiori a 90:

“Panizzi Vernaccia di San Gimignano Vigna Santa Margherita 2018 – 92. Leggermente offuscato nell’identità sensoriale dispensa lentamente note di buccia di limone, fiori di camomilla e foglie di tè verde. Corpo pieno, succoso nel centro palato ed un finale ben progettato armonico e ricco di stile. Bevi ora o invecchia”.

“Panizzi Vernaccia di San Gimignano 2019 – 90. La riduzione domina la scena principale e maschera gran parte dei sentori odorosi. Pietra focaia e salvia arsa le note che lo caratterizzano. Corpo medio-pieno, struttura armonica e bilanciata ed un finale preciso. Meglio con un po’ di affinamento in bottiglia”.