Il brand ambassador di Panizzi è un uomo d’esperienza e che apprezza il contatto umano nel suo lavoro sopra qualsiasi altro aspetto.

Legato da una forte amicizia con il fondatore dell’azienda non può che portare grande valore alla promozione di una grande Vernaccia di San Gimignano nel mondo.

 

#panizzipeople 19: Angiolino Amato

Che lavoro fai in Panizzi?

Sono il brand ambassador dell’azienda: rappresento il marchio di eccellenza Panizzi ovunque nel mondo attraverso contatti mirati con clienti finali e importatori.

Quale è la caratteristica che non può mancare a chi fa il tuo lavoro?

L’amore. È un elemento che va oltre la passione ce può essere temporanea ed esaurirsi rapidamente. Ed è un elemento duplice: è un amore che investe il vino, da un lato, e le persone, dall’altro. L’amore per il vino è l’amore per la ricerca, la qualità, il dettaglio che sta dietro ogni prodotto ben fatto, e nel mio caso è un qualcosa che dura tutta la vita; l’amore per le persone è un atteggiamento positivo e di apertura verso gli altri proteso a trasmettere un messaggio di valore, come quello dell’amore per il vino, appunto. Senza questi elementi trovo impossibile raggiungere alcuno degli obiettivi che riguardano il mio lavoro.

Quale è l’aspetto che preferisci del tuo lavoro?

Le amicizie che nascono grazie al mio lavoro: il vino - quando viene degustato, apprezzato, analizzato e approfondito - unisce le persone, rappresenta un terreno comune che unisce individui anche molto diversi e può trasformare relazioni superficiali in grandi amicizie.

Cosa facevi prima di lavorare in Panizzi?

Io vengo dal settore alberghiero, nel quale ho lavorato per 25 anni. Ho lavorato in molti paesi del mondo e quando vivevo a lavoravo a Francoforte mi sono avvicinato molto al mondo dei vini, iniziando a importare vini toscani in Germania. Proprio grazie a questa attività ho conosciuto i vini Panizzi e, successivamente, Gianni Panizzi, il fondatore.

Come hai conosciuto Gianni Panizzi?

Avevo i vini Panizzi nella lista dei vini e quando si è presentata l’occasione ho voluto conoscere Gianni. Sono venuto a San Gimignano per partecipare alla vendemmia e c’è stata subito una grande intesa tra noi. Poi successe un piccolo inconveniente: a tarda sera Gianni andò a controllare un termostato e, nel ritornare in camera da letto, cadde rompendosi un braccio. Noi presenti l’abbiamo soccorso e io mi offersi di supportarlo nel portare a compimento la vendemmia, anche se non ero per nulla un esperto di vino all’epoca. Rimasi una settimana intera in cui conobbi l’azienda in profondità e soprattutto scoppiò tra me e Gianni una profonda amicizia che durò fino alla sua morte..

Cosa fai nel tempo libero? Quali sono le tue passioni?

Anche nel tempo libero ora il vino è in cima ai miei interessi. Cerco di sfruttare il tempo a disposizione e studio altri vini, di altre zone. La conoscenza di altri territori è fonte di idee. Anche questo me lo insegnò Gianni: una volta che si conoscono altre filosofie produttive e altri meccanismi di vinificazione, altri sapori, altre realtà, si può tornare ai propri vini e portare un grande valore. Nella Vernaccia di San Gimignano i vini Panizzi hanno una marcia in più e si sente.

Quale è il vino Panizzi che preferisci o che ti rappresenta di più?

La Vernaccia d’annata mi rappresenta di più, ma quando ho imparato a bere la Riserva ho capito che è quella che dà la massima soddisfazione. Si conserva per 5 o anche 10 anni. Non è facile trovare un bianco che si conserva per così a lungo. Pochi mesi fa un amico importatore giapponese venne a pranzo a casa mia, anche lui amico di Gianni Panizzi. Gli ho offerto una Riserva Panizzi del 2005. L’abbiamo aperta a 14 anni dalla vendemmia: era ancora perfetto, senza neanche un piccolo difetto.

Quale è il tuo posto preferito di tutta Panizzi?

Santa Margherita, perché è quello collegato ai ricordi con Gianni, dove lo conobbi e diventammo amici.

Quale è il tuo posto preferito di San Gimignano?

Lo stesso.